Resoconti: José María Miranda Boto all’Università degli Studi di Cagliari

Il 17 giugno 2024 è stata una giornata assai interessante per gli studi tolkieniani nell’isola. José María Miranda Boto, autore di Law, Government, and Society in J.R.R. Tolkien’s Works (volume del 2022 tra i nominati per il prestigioso Mythopoeic Scholarship Award Short List in Inklings Studies 2024) ha tenuto una lezione presso il Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Cagliari, nell’ambito del programma Visiting Professor/Scientist 2023/2024, finanziato dalla LR 7/2007 della Regione Autonoma della Sardegna. Il Prof. Miranda Boto insegna diritto del lavoro presso l’Universidade de Santiago de Compostela in Spagna, e nel 2023 ha tenuto a Vienna un corso dal titolo “Law and Literature: Law, Government and Society in J.R.R. Tolkien’s works”.

Argomento del corso viennese, del libro, e della lezione tenutasi a Cagliari, è una branca particolare del diritto che si occupa di studiare le opere letterarie dal punto di vista giuridico. Tale branca nasce a metà del secolo scorso con i testi di James Boyd White e di Richard Posner, ma è a un sardo che il Prof. Miranda Boto si è ispirato maggiormente: Gianni Loy e il suo El derecho del trabajo según Sancho Panza, pubblicato in lingua spagnola nel 2009.

Ma come applica il Prof. Miranda Boto questa particolare branca di studio alle opere tolkieniane?

Si è partiti da un excursus esaustivo su chi detiene i diritti delle opere tolkieniane: dalla Tolkien Estate, che possiede unicamente i diritti dell’opera letteraria, all’Embracer Group, che detiene i diritti commerciali riguardo a film, giochi, serie tv, e tutto quanto sia commerciabile. L’autore ha poi offerto una panoramica delle leggi che hanno influenzato la vita stessa di Tolkien: dal motivo per cui il Professore non ha mai ottenuto la nazionalità dello Stato Libero dell’Orange pur essendovi nato, alla legge che dava al suo tutore, Padre Francis Morgan, tutti i poteri legali di un padre, all’Act of Marriages del 1836 che permise a Edith Bratt di annullare il fidanzamento con George Field per poter sposare Tolkien, al contratto stipulato con la casa editrice Allen & Unwin, che si rivelò molto vantaggioso per lui.

La seconda parte della lezione si è concentrata sull’opera tolkieniana, pur se omettendo di lavorare sulla Storia della Terra di Mezzo, poiché i giuristi “non lavorano sulle bozze”. Tolkien non era un giurista, ma era un grande costruttore di società, e le costruisce in modo coerente ispirandosi al diritto, soprattutto antico inglese (che conosceva avendo studiato la letteratura anglosassone) e antico romano (che conosceva avendo fatto studi classici prima di decidere di cambiare ambito di studi). Deve esserci innanzitutto la presunzione di verità quando si studiano i testi, altrimenti non avrebbe senso studiare le fonti, e anche per questo ci si concentra sulle opere pubblicate da Tolkien quando era in vita, per non incappare in contraddizioni. Da questo punto di vista anche le Lettere vanno prese cum grano salis, perché avendo diversi destinatari posso dire cose molto diverse tra loro.

Una contrapposizione netta che fa il Prof. Miranda Boto nello studio dell’opera è il contrasto tra diritto e giustizia, rappresentato da Sauron contro Re Elessar, o anche da Saruman contro Gandalf; ovvero, il contrasto tra la legge scritta ma sbagliata, e la disobbedienza. Questo si vede soprattutto nelle tre circostanze in cui non si obbedisce al preciso ordine di uccidere chi sconfina (Éomer e Faramir) o si decide di uccidere per evitare un torto (Beregod, che verrà poi graziato da Aragorn in una perfetta rappresentazione della giustizia del Re, incarnando un sovrano nobile e maestoso).

Il diritto in Tolkien è presente non solo nelle forme di governo, ma anche nelle istituzioni di matrimonio e famiglia. Il Prof. Miranda Boto dunque, oltre ad analizzare le forme di governo a Numenor e tra gli Elfi, inquadrando diverse problematiche, tra cui la poca chiarezza riguardo i poteri effettivi dei monarchi numenoreani e il problema della successione tra gli Elfi, sottolineando anche il maggiore potere che parrebbero avere le donne al governo, si concentra anche sulla forma che prende il matrimonio nell’opera tolkieniana. Non si tratta infatti di un sacramento, non essendovi cristianità, nè di un contratto, perché non vi è legge scritta. Dunque è uno scambio di consensi, trothplight, come si trova anche nel testo stesso. Si tratta di matrimoni sempre monogami, orientati alla procreazione, per la vita, e non necessariamente felici; non esiste divorzio, e c’è un solo caso confermato di ripudio. L’unica persona che si sposa due volte è Finwë. Non esiste adulterio.

Infine il Prof. Miranda Boto ha posto l’attenzione sulle traduzioni problematiche di termini giuridici all’interno del testo: bride-price, il prezzo pagato dallo sposo al padre dello sposa, che non è la “dote”, come nella traduzione spagnola, né un “pegno d’amore”, come nella traduzione italiana. Buona traduzione italiana invece del termine tecnico weregild, tradotto giustamente da Ottavio Fatica come “guidrigildo”, un’istituzione longobarda che corrisponde perfettamente alla parola germanica incontrata nella Völsunga saga, mentre Vittoria Alliata di Villafranca tradusse invece “in memoria di mio padre”.

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